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'A SCIRUBETTA

Le nevicate invernali riportano alla memoria un termine usato a Paterno e in molti centri del cosentino per indicare la classica granita con miele di fichi


Scirubetta - 080305
Basta la neve, il miele... ed ecco la scirubetta!
I romani de Roma sanno benissimo che, quando il sole d'estate spacca le pietre, per rinfrescarsi non c'è niente di meglio che una grattachecca, ossia la classica granita fatta con sciroppo alla frutta mescolato con ghiaccio. Ebbene, anche i paternesi, come del resto tutti gli abitanti dei paesi montuosi della Calabria, sanno benissimo cosa si intende per scirubetta, ovvero la classica manciata di neve gettata in un bicchiere e innaffiata di squisito miele di fichi. Abbiamo avuto il piacere di assaggiarla sin da bambini, quando la neve rappresentava l'evento tanto atteso dopo giorni e giorni di autunno triste e piovoso, e dopo il freddo che aveva dato filo da torcere alla campagna impaurita e apparentemente arresa. Poi, d'improvviso, il classico segnale che faceva intuire il miracolo: al risveglio, dalla finestra ancora chiusa non trapelava alcun rumore. Persino i galli, che in altre mattine facevano sentire il proprio chicchirichi solenne e maestoso, sembravano tacere per rispetto di quello spettacolo. E, correndo alla finestra, ecco il panorama tanto desiderato: tutto era bianco, e risplendeva in quella semplicità che arricchiva uomini e cose. Tutto, a partire dall'aria, sembrava essersi rinnovato da quella pioggia così strana e silenziosa, da quei fiocchi apparentemente inutili e banali, ma in realtà così preziosi e magici, almeno per noi bambini. Poi iniziava il rito della giornata di vacanza tutta speciale: prima occorreva costruire il pupazzo di neve, che prendeva forma dopo poco tempo e restava agghindato con in mano una vecchia scopa, in testa un cappello e in bocca una carota. E finalmente era il turno della scirubetta, con la neve raccolta in un pentolone e poi versata in un bicchiere, quindi innaffiata generosamente dal miele di fichi gorgogliante, pazientemente raccolto alla fine dell'ultima estate: il nero e il bianco si miscelavano amorevolmente, e ciò che ne scaturiva, pur nella sua semplicità, avrebbe impreziosito il nostro mondo.

Ma perchè scirubetta e non un altro termine, magari nive ccu llu meue o nive 'mmeuata ? La domanda è d'obbligo, ma la risposta c'è ed è a dir poco spiazzante. Basta consultare un dizionario arabo e si scopre che contiene il termine sciorbet. Pensiamo che potrebbe essere una curiosa coincidenza? Bene, il significato del termine è gelato... Inequivocabile! Allora la scirubetta è, come per gli arabi che passarono da queste parti secoli e secoli orsono, il nostro gelato, il nostro sorbetto tutto particolare, impreziosito solo e soltanto da due ingredienti, neve anzitutto e poi miele di fichi, ma anche, nelle variazioni più recenti, caffè, cioccolato, zucchero, succo d'arancia ed aromi vari. Doni poveri per una natura povera nel freddo inverno da trascorrere davanti al caminetto, sognando un futuro migliore.
Nevicata
La neve è caduta abbondante sulle montagne paternesi


Luigi Caputo



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