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  IL PORTALE DELLA COMUNITA' PATERNESE NEL MONDO
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LE ORIGINI

I resti dell'antica chiesa di S. Marco



Da dove deriva il nome del nostro paese? E a quale secolo risale la nascita della prima comunità paternese? Proviamo a dare alcune risposte a queste e ad altre domande


Non è possibile stabilire con precisione il periodo storico di origine e il significato della denominazione dell'aggregato urbano paternese. E' opinione comune tra gli storici, comunque, attribuire a Paterno Calabro una storia molto antica. Sull’origine del toponimo sono sorte, nel corso dei secoli, diverse dispute. Su tutte, incluse le possibili derivazioni dai nomi di origine greca Patisco e Patyces, sembra prevalere la tesi, sostenuta dai più, secondo la quale il toponimo rifletta l'aggettivo latino Paternus (paterno), con significato analogo al settentrionale Paderno, nel senso di fondo ereditato dal padre, come risulta da vari esempi in Veneto riportati in [1]. L’edificazione della prima comunità paternese viene fatta risalire al X-XI secolo d.C., per merito degli abitanti di San File e Pregliano, due piccoli casali derivanti a loro volta dal più antico casale San Marco. Probabilmente il documento più antico in cui si fa menzione del paese è quello, proveniente da Oppido Mamertina (CZ) e datato 1188, in cui è presente l'aggettivo , come riportato in [2]. In un documento in volgare del 1310, menzionato in [3], si cita invece l'aggettivo de Paterno. Il paese presenta la denominazione attuale ufficialmente dal 21 aprile 1863, allorchè un Regio Decreto ne mutò il nome dall’originale Paterno per distinguerlo da molti altri omonimi sparsi per la penisola. Al di là di ogni dubbio, comunque, sembra evidente ritenere che Paterno fosse un centro assai importante nel circondario cosentino. L’Ughelli, eminente storico del XVI secolo, lo definisce un villaggio nobile e ricco, e a lui fa eco il Costa, suo contemporaneo, per il quale Paterno resta da sempre grande e popoloso. Una grandezza ed importanza nell’hinterland cosentino testimoniata anche da altri storiografi, che assegnano a Paterno persino una sede vescovile, attorno all’anno 1000. Quello che è certo è che il paese passò sotto le dominazioni degli Angioini, degli Svevi e quindi degli Aragonesi, quando, in particolare, divenne una delle 21 baglive che circondavano Cosenza. Un passato storico di alto splendore del quale oggi non è rimasta che una sola, mirabile perla, grazie alla quale Paterno Calabro resterà comunque indimenticato e indimenticabile nel tempo. Qui, tra queste colline, cullato dal vento che d’inverno soffia potente e maestoso e d’estate si fa brezza leggera che rinfresca e purifica la mente, visse e operò in santità per un quarantennio Francesco di Paola, “il paternese” per eccellenza. Della sua presenza è testimone silenzioso ma vivo il Santuario, sorto per volontà dello stesso taumaturgo nel 1444. Da allora, Paterno e il Santuario vivono in simbiosi profonda: ogni momento importante della vita del primo ruota attorno al secondo, come in un legame inscindibile che va al di là del tempo e che finisce per superare anche il più profondo ateismo.

 

Bibliografia essenziale

[1] D. Olivieri, Toponomastica veneta, Venezia-Roma. Istituto per la collaborazione culturale, 1961 (stampato nel 1962).

[2] G. Alessio, Saggio di toponomastica calabrese, Firenze, Olschki, 1939.

[3] Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV. Apulia - Lucania - Calabriam, a cura di D.Vendola, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1933.

[4] L. Caruso, Storia di Cosenza, Cosenza, Istituto Storico Italiano, aprile 1972.

[5] P. M. Stea, Il Santuario di Paterno Calabro - Monografia storica, Cosenza, Edizioni Chiappetta, aprile 1970.

 

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